venerdì 4 gennaio 2008

4. CHE SIGNIFICA CREATORE?

C r e a t o r e significa che Dio ha fatto dal nulla tutte le cose.

In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso, e lo Spirito di Dio si librava sopra le acque (Gn 1, 1-2).

I. Solo Dio può creare. - Creare significa fare qualche cosa che prima non c’era; fare dal nulla e con nulla, senza mezzi. Per trarre gli esseri dal nulla si richiede una potenza infinita, propria di Dio solo. Egli solo può creare. Tutte le creature assieme non riuscirebbero a creare un granello di sabbia, in tutta l’eternità.

II. Dio ha creato dal nulla tutte le cose. - L’esperienza ci dice che esiste il mondo in cui siamo, che vediamo e tocchiamo. L’universo esiste forse da tutta l’eternità? No. Tutto ciò che non è infinito ha avuto un principio e finirà; dall’esile filo d’erba, che nasce, cresce e muore in pochi mesi, all’astro immenso del cielo, che da una massa informe di gas, in milioni di secoli va assestandosi, condensandosi, acquistando luminosità, e che alla fine si spegnerà e disgregherà. Ciò che un tempo non esisteva, esiste per opera di una causa esterna. Come un tempo non esisteva, così anche ora potrebbe non esistere, e un giorno non sarà più. Se esiste, esiste perché ha ricevuto l’essere e l’esistenza.Chi dunque ha dato origine alle cose? Forse il caso? Il caso è disordine e confusione. Da un ammasso di pietrame non sorgerà mai per caso un edificio. Nel mondo invece vi è un ordine mirabile, dal succedersi del giorno, della notte e delle stagioni, ai movimenti degli astri del cielo, all’uomo e all’angelo, tutto è ordine meraviglioso, che suppone un’Intelligenza e una Potenza creatrice e ordinatrice.Tutte le cose hanno principio da Dio per creazione.Il Concilio Vaticano I insegna con parola infallibile: Il mondo e tutte le cose che vi sono contenute, spirituali e materiali, furono prodotte dal nulla, secondo la loro sostanza, per opera di Dio (Sess. 3, can. 5; DB 1805). Ogni volta che recitiamo il Credo o Simbolo apostolico affermiamo la nostra fede in Dio creatore: Credo in Dio... creatore del cielo e della terra.


RIFLESSIONE. - Come nostro Creatore, Dio ha diritto alla nostra adorazione, lode, ringraziamento, amore e servitù.

ESEMPI. - 1. Il grande scienziato Edison scrisse sul «Libro d’oro» della torre Eiffel di Parigi: «Al coraggioso costruttore di un modello così gigantesco e originale dell’arte dell’ingegneria moderna, un uomo che ha il più grande rispetto per tutti gl’ingegneri, compreso il più grande di tutti, il buon Dio».2. Fénélon, famoso oratore francese e vescovo di Cambrai, accompagnando nell’aperta campagna il delfino (principe ereditario) gli domandò: - Delfino, che cosa vedete attorno? - Vedo il sole che colora e abbellisce ogni cosa, acque gorgoglianti che cantano senza interruzione una lieta melodia, vedo la letizia degli uccelli... - E che cosa vedete ancora? - Il cielo sereno, monti maestosi, colline verdeggianti... - Guardate meglio! - Non vedo più nulla! - Non vedete sopra tutte le cose e sopra ciascuna di esse l’orma della bellezza di Colui che le ha create? Non vedete in esse l’orma di Dio?

giovedì 3 gennaio 2008

3. CHE SIGNIFICA PERFETTISSIMO?

Perfettissimo significa che In Dio è ogni perfezione, senza difetto e senza limiti, ossia che Egli è potenza, sapienza e bontà infinita.

I. P e r f e t t i s s i m o significa che in Dio è ogni perfezione... - I due ciechi di Gerico, di cui parla il Vangelo (cf. Mt 20, 29-34), si sentivano infelici perché mancava loro una qualità necessaria (l’uso della vista); e quando passò vicino Gesù gli gridarono: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di noi». Il Salvatore fu commosso e li guari.Colui al quale manca qualche cosa che hanno tutti gli uomini normali (p. es. l’uso delle gambe, la vista, la parola...) è imperfetto. L’uomo è imperfetto solo quando gli mancano qualità proprie dell’uomo. Invece non è imperfezione la mancanza di una qualità o di qualche altra cosa non dovuta alla natura umana, p. es. le ali.Le creature possono essere perfette, ma non perfettissime, perché non sono in grado di avere tutte le perfezioni, né di averne alcuna in sommo grado. Solo Dio è perfettissimo e quindi ha il primato magisteriale, perché:1) ha tutte le perfezioni degli esseri creati. - Nelle creature ammiriamo molte qualità o perfezioni, come la bellezza, la bontà, la scienza, la potenza. Ma chi ha dato queste perfezioni? Dio, che necessariamente possiede ciò che dà;2) in Lui vi sono tutte le perfezioni possibili. - Dio può creare infiniti altri uomini e mondi più perfetti di quelli esistenti. In Lui vi sono quindi tutte le perfezioni che potrebbe comunicare agl’infiniti esseri creabili.

II. ... senza difetto e senza limiti. - La bontà e la pazienza delle creature non sono infinite. Anche la mamma, come sanno bene tutti i bambini per esperienza, per quanto buona, alla fine perde la pazienza. Nessuna creatura può avere una perfezione infinita. Tutte le nostre buone qualità sono limitate nel tempo e nel grado di perfezione. La scienza del maestro non è infinita, perché egli non sa tutte le cose: più studia e più s’accorge che sono molte le cose che non conosce e continua a studiare e a leggere per accrescere le sue cognizioni e non dimenticare ciò che ha studiato.Se una creatura avesse anche una sola perfezione infinita, sarebbe infinita anch’essa ed eguale a Dio. Le nostre perfezioni non sono senza difetto e senza limiti. Sono difettose: non conosciamo tutto e quel poco che conosciamo, lo conosciamo male; la nostra potenza non può fare tutto. Sono inoltre limitate nel numero. Infatti non possediamo molte perfezioni, come l’eternità di origine, l’immortalità, ecc.Invece le perfezioni di Dio sono senza difetto e senza limiti. Se gliene mancasse anche una sola (per es. la scienza), o la possedesse in grado imperfetto, non sarebbe infinito, e quindi nemmeno Dio.Dio non solo ha, possiede le perfezioni, ma è tutte e ciascuna delle sue perfezioni. Non solo è buono, sapiente, potente, cioè dotato di bontà, sapienza, potenza, ma è la stessa bontà, la stessa sapienza, la stessa potenza e ciascuna delle sue perfezioni, che s’identificano con Lui.

III. ... ossia che Egli è potenza, sapienza e bontà infinita. - In Dio vi sono tutte le perfezioni e tutte s’identificano con Lui. Egli è infinito e infinite sono quindi anche alcune perfezioni, maggiormente impresse nelle creature, come la potenza che ha creato tutte le cose, la sapienza che le ordina, la bontà che le conserva e le governa.


RIFLESSIONE. - Tutto ciò che vi è di bello, di buono, di vero e di perfetto nelle creature è anche in Dio e in sommo grado. Le creature sono la scala e la via ascendente per cui dobbiamo salire e Dio, con la conoscenza e l’amore.

ESEMPI. - 1. Isaia in una visione contemplò Dio perfettissimo circondato dagli angeli che cantavano: Santo, Santo, Santo è il Signore Dio degli eserciti; tutta la terra è piena della sua gloria (v. Is 6, 1-4).2. Il beato Contardo Ferrini sapeva elevarsi dal creato al Creatore con grande facilità. Per lui l’universo era la via, l’opera, «il poema di Dio» che canta l’onnipotenza, la sapienza e la bontà divina. Scrisse a un amico: «Vieni con me; ti farò conoscere le mie montagne. E là parleremo di Dio. Com’è bello su una vetta solitaria avvicinarsi a Dio e contemplare nella natura selvaggia e rude il suo sorriso eternamente giovane!» Anche il tempo avverso lo elevava a Dio. «L’Ascensione, la gioiosa festa del “sursum corda”, qui è stata turbata da un cielo coperto di nere nubi. Meglio ancora. Così penso di più che tutto passa, che tutto ciò che è terrestre non è nulla, che non dobbiamo trovare il nostro riposo in nulla. Penso al giorno senza sera, al cielo che non avrà nubi».

mercoledì 2 gennaio 2008

2. CHI È DIO?

DIO È L’ESSERE PERFETTISSIMO, CREATORE E SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA.

Mosè disse a Dio: «Ecco, io andrò dai figli d’Israele e dirò loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma se essi mi diranno: Quel è il suo nome? che cosa risponderò loro?» Dio disse a Mosè: «Io sono COLUI CHE SONO... Così dirai ai figli d’Israele: IO SONO mi ha mandato a voi» (Es 3, 13-14).

Per comprendere pienamente chi è Dio dovremmo avere un’intelligenza infinita ed essere Dio.Le cose che noi vediamo hanno l’essere, ma non sono l’essere stesso. Dalla minuscola formica all’angelo splendente, tutte le cose esistono perché Dio ha dato loro l’essere, l’esistenza, le perfezioni; hanno l’essere, la bontà, la bellezza, cioè esistono, sono belle e buone, ma non sono l’essere, la bellezza, la bontà, che hanno ricevuto da Dio.Sopra tutte le cose finite deve esistere Qualcuno (che noi chiamiamo Dio), che non solo possiede, ha l’essere, la bellezza, la bontà e tutte le altre perfezioni, ma è l’Essere, la Bellezza, la Bontà, la Potenza, la Sapienza, e tutte le altre perfezioni.Dio, Essere perfettissimo, non riceve nulla da nessuno. Tutto ciò che è, lo è per se stesso; le altre cose ricevono tutto e sono create da Lui. Perciò è il Maestro, la Via, la Verità e la Vita, cioè il modello, la fonte e il termine di tutte le cose perfette, vere e viventi.


RIFLESSIONE. - Gesù disse a santa Caterina da Siena: «Tu sei colei che non è; io sono Colui che solo è» (B. Raimondo da Capua, Vita di santa Caterina, X, X). Dio è il Tutto e noi siamo nulla. Tutto ciò che abbiamo e siamo lo abbiamo da Lui. A Dio dobbiamo umiltà e riconoscenza illimitata, perché gli siamo debitori di tutto.

ESEMPI. - 1. Fu chiesto al filosofo Epitteto: «Chi è Dio?» Rispose: «Per potervelo dire, o Dio non dovrebbe più essere Dio, o dovrei essere Dio io stesso».2. Gerone, re di Siracusa, domandò al filosofo Simonide che cosa fosse Dio. Il saggio domandò un giorno di tempo per pensarci. Passato quel giorno ne domandò un altro, poi una settimana e alla fine confessò: «Più ci rifletto e meno trovo parole per poter dire quello che penso essere Dio».

martedì 1 gennaio 2008

1. CHI CI HA CREATO?

CI HA CREATO DIO.

Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza» (Gn 1, 26). Il Signore Dio formò l’uomo dal fango della terra e soffiò sulla faccia di lui il soffio della vita e l’uomo diventò persona vivente (ivi, 2,7). Disse anche il Signore: «Non è bene che l’uomo sia solo: facciamogli un aiuto simile a lui» (ivi, 2, 18). Dio mandò in Adamo (il primo uomo) il sopore,... tolse una costola di lui... fece crescere al suo posto la carne... trasformò la costola che aveva tolto da Adamo in donna (ivi, 2, 21-22). Adamo diede alla sua moglie il nome di Eva, perché era la madre di tutti i viventi (ivi, 3, 20).

Da questo racconto della Sacra Scrittura, divinamente ispirata, apprendiamo con certezza che Dio creò direttamente Adamo ed Eva, i progenitori del genere umano, del quale Egli è il principio, la via (modello), e il fine ultimo.Prima di noi vi erano i nostri genitori; prima di essi i nonni, e prima ancora, i bisnonni. Ma non possiamo risalire dai figli ai padri all’infinito. Dobbiamo fermarci a un primo uomo e a una prima donna, creati immediatamente da Dio.Creare significa fare qualche cosa dal nulla servendosi di nulla. Solo Dio può creare perché è onnipotente. Gli uomini non creano, ma costruiscono, fabbricano. I muratori non creano la casa, ma la fabbricano servendosi di mattoni, ferro, calce, legname...Dio creò l’anima di Adamo e di Eva e formò il loro corpo. Degli altri uomini crea direttamente l’anima e forma il corpo per via dei genitori.


RIFLESSIONE. — Dio ci ha creati. Perciò è il nostre autore, padrone e Signore assoluto, dal quale veniamo, nel quale siamo come il viandante nella via, al quale dobbiamo tornare con la conoscenza, l’amore e il servizio.

ESEMPIO. — Un ateo domandò all’astronomo Atanasio Kircher S.J. chi avesse fatto il bel mappamondo posto sul suo tavolo. — Nessuno — rispose lo studioso; — si è fatto da se. — Che sciocchezza! Via! non sono un bambino… — Tu non credi che questo mappamondo si è fatto da sé. Perché dunque dici che il mondo non è creato da Dio, ma si è fatto da solo?

SPIEGAZIONE DEL CATECHISMO DI SAN PIO X per catechisti

Iniziamo le pubblicazioni in 433 puntate del manuale di C.T. Dragone S.S.P. , “SPIEGAZIONE DEL CATECHISMO DI SAN PIO X per catechisti” , questa è la Presentazione che lo stesso Autore antepone alla trattazione:

Il presente Manuale vuol essere una guida per i Catechisti nella preparazione immediata alla scuola. Ma chi credesse di trovarvi le lezioni già dettagliatamente preparate, e di non aver altro da fare che leggere per suo conto e ripetere ciò che ha letto tale e quale agli alunni, andrebbe incontro a una spiacevole disillusione. Non abbiamo preparato questo Manuale per favorire e ratificare la pigrizia. Il maestro di Catechismo dovrà leggere, meditare, assimilare, scegliere e adattare la materia alla sua scolaresca. Solo dopo aver compiuto questo lavoro, che egli solo è in grado di fare, e dopo aver ferventemente pregato Gesù Maestro, Verità, Via e Vita, potrà riuscire piacevole ed efficace nell’educare i giovani a nome della Chiesa, alla quale Gesù Cristo «ha dato la sua dottrina celeste e i divini sacramenti perché sia maestra efficace» nell’illuminare e purificare, santificare e salvare gli uomini (Pio XI, Enc. “Divini illius magistri” 31-XII-1929).
Noi ci siamo proposti (e voglia il Signore che siamo riusciti) di offrire in forma esatta, chiara, viva e relativamente completa, la spiegazione delle verità contenute nel testo del Catechismo pubblicato per ordine di san Pio X.
I numerosi esempi inseriti nell’esposizione e aggiunti dopo la spiegazione di ogni domanda hanno un duplice scopo: aiutare a capire la dottrina cristiana fin dove è possibile, e offrire al Catechista un mezzo per suscitare l’interesse e mantenerlo vivo nei fanciulli.
Questo Manuale potrà servire non solo ai Catechisti, ma anche a Conferenzieri, Insegnanti di religione, Predicatori, Dirigenti di Azione Cattolica...
A quanti capiterà tra mano questo volume chiediamo indulgente compatimento e la carità di una preghiera e per l’A. e perché il libro giovi a tutti coloro ai quali il Divino Maestro vorrà farlo giungere direttamente o indirettamente. E a tutti quelli che hanno finora usato questo manuale o in qualche modo hanno contribuito a farlo giungere a questa quarta edizione, giunga la riconoscenza e la preghiera dell’AUTORE.